Presentazione
Il concerto inizia con l’interpretazione della antica sequenza gregoriana del XIII secolo eseguita da un coro di voci bianche, Lo Stabat Mater (dal latino Stava la madre) è una preghiera – più precisamente una melodia gregoriana strutturata in una sequenza. Il testo è attribuito a Jacopone da Todi (sec. XIII). Fu abrogata dal Concilio di Trento e poi reintrodotta successivamente nella liturgia solo nel 1727 da papa Benedetto XIII. Un canto amatissimo dai fedeli, non meno che da intere generazioni di musicisti colti. Fu posto in musica infatti da oltre 400 compositori di tutte le epoche. Lo Stabat Mater di Alessandro Scarlatti (Palermo 1660 – Napoli 1725), concepito per soprano, contralto, due violini e basso continuo, godette di una notevole fortuna, venendo sostituito solo molti anni più tardi dal sublime Stabat di Pergolesi, che oltre allo stesso organico, vanta con l’originale scarlattiano numerose analogie. Scritto a Napoli per la Confraternita dei Cavalieri della Vergine dei Dolori in data imprecisata e da molti studiosi attribuito al periodo della maturità del compositore, questo Stabat Mater si iscrive tra le opere più innovative del grande maestro palermitano, grazie a una scrittura brillante e spesso virtuosistica, che a tratti ricorda lo stile operistico. Le arie, strutturate senza il “da capo”, sono quasi tutte introdotte da ritornelli strumentali che anticipano generalmente le melodie della voce; in alcune arie e duetti, tuttavia, la scrittura degli archi sviluppa temi autonomi oppure ha funzione di accompagnamento coloristico
Artisti, Strumentisti e personale tecnico
ARTISTI: 1 direttore – 1 coro di voci bianche – 1 soprano – 1 contralto – 13 musicisti – 1 percussionista – 1 light designer
STRUMENTI: orchestra d’archi con copie di strumenti originali – 12 campane di cristallo di rocca
PERSONALE TECNICO: 2 persone di servizio
Allestimento e Location
ALLESTIMENTI SCENOTECNICI: in esposizione: Sudario dell’artista Carruba Pintaldi – 1 service luciprese di corrente a 220 W – 380 W
LUOGHI: Antica Pieve – Chiostro o Chiesa di un convento – Cattedrale
Note di Regia e Tecniche
Durata un’ora circa
a) LO SPAZIO: Area libera 6 m x 5 m a est verso l’abside
b) GLI ALLESTIMENTI SCENOTECNICI: Viene allestito e illuminato il dipinto Sudario di 3 m x 2 m. L’unica fonte luminosa è il dipinto. Tutti gli interpreti sono in ombra. A sinistra rispetto al dipinto vengono disposte le campane di cristallo di rocca. Anche l’orchestra si dispone in ombra sotto il dipinto
c) GLI INTERPRETI: Il coro di voci bianche si dispone sotto il dipinto in esposizione. Le cantanti soliste sono in centro